Artigianato marchigiano. Marche terra d’artigiani

Le Marche conservano numerose tradizioni legate all’artigianato.  I mastri artigiani si servono di materiali disparati per creare i loro manufatti. Così quando parliamo dell‘artigianato marchigiano che accompagna la cultura e l’arte della nostra terra, scopriamo numerose botteghe artigiane che continuano a lavorare secondo antiche modalità, che sono come riti.

Partendo dalla tradizionale lavorazione della pelle e del cuoio di Tolentino, grazie alla quale prendono forme calzature, borse e pellame, fino ad arrivare ai maestri artigiani,  che con le loro abili mani costruiscono strumenti musicali e che sono specialisti nella produzione di fisarmoniche nella città di Castelfidardo. E ancora la lavorazione del giunco per creare le ceste; ancora oggi, passeggiando per le strade di Acquaviva possiamo vedere l’arte dell’intreccio del giunco ad opera delle donne del borgo, che ne fanno portapani, portabiancheria o piatti decorativi. Non dimentichiamo l‘artigianato marchigiano che si dedica alla lavorazione del rame; a Force, nel centro storico sono presenti numerose officine che producono oggetti in rame quali pentole, brocche, stoviglie. La lavorazione del metallo, delle ceramiche e della terracotta, sono diffuse. Possiamo ancora parlare dell’intaglio dei mobili e dell’arte del restauro dei mobili antichi e della tradizione orafa di Jesi.

Artigianato marchigiano. La carta di Fabriano

La lavorazione della carta fatta a mano nella città di Fabriano è famosa in tutto il mondo. Questa tradizione ha origini molto antiche: nel XII secolo i mercanti arabi portarono in Italia i segreti della lavorazione della carta dei giapponesi e dei cinesi; la produzione della carta veniva fatta con gli stracci di canapa e di tela ridotti a pezzetti e impastati con delle macine. Questa “pasta” aveva una lunga lavorazione; una volta ottenuta, la “pasta” veniva stesa sopra un telaio e pressata. L’asciugatura e l’uso delle colle per rendere la carta adatta alla scrittura e all’uso dell’inchiostro completavano il processo di lavorazione della carta. I cartai di Fabriano, già nel Duecento si erano costruiti nome e fama per le loro abilità e si distinsero per aver introdotto la personalizzazione della carta grazie all’uso della filigrana, il marchio di fabbrica impresso dal telaio sul foglio. Oggi la raffinata produzione artigianale di questa carta è finalizzata ad opere letterarie di valore, per il disegno artistico o carta da lettere e partecipazioni molto eleganti e di pregio.

Artigianato marchigiano. Il merletto di Offida

La tradizione del merletto di Offida risale al XVI secolo, periodo in cui le suore benedettine che provenivano dal Cluny, portarono quest’arte nelle Marche. Il merletto e l’arte del ricamo si diffusero grazie alla nobiltà, ed in particolar modo con la scuola della contessa Maddalena Sgariglia del Monte nel 1868. La contessa aprì una scuola di ricamo professionale nella quale le meno abbienti potevano imparare gratuitamente, mentre le nobili dovevano pagare una retta. Il merletto viene filato con refe di canapa o di lino. La tradizione del tombolo si passa di madre in figlia perché le donne di Offida sono molto fiere di essere artiste del merletto.