Nel vivido verde che tinge i monti Sibillini, lì dove sorge il borgo medioevale del castello di Vestignano a Caldarola, fra le sue antiche strutture e strade, si colloca un piccolo Museo dell’arte povera contadina di Caldarola: il museo “Luigi Fagianella”. Ricavato in un antico fienile, presso uno dei borghi più caratteristici delle Marche, questo museo è sorto dalla passione di due coniugi, Aurora e suo marito Benedetto, per la valorizzazione di tutti quei ricordi ed emozioni che hanno caratterizzato la loro giovinezza, ma anche la vita quotidiana dei loro genitori.
Per tale motivo il Museo dell’arte povera contadina di Caldarola può essere considerato un omaggio alla vita d’un tempo, a quei valori legati alle tradizioni più rurali e legate alla terra marchigiana.
Museo dell’arte povera contadina di Caldarola: composizione
L’ingresso del museo, che si trova nella parte più alta del castello,ci conduce ad un piano seminterrato in cui sono presenti due locali.
Nella cantina del Museo dell’arte povera contadina di Caldarola il richiamo al vino ed alla vendemmia è lampante con la presenza di un vecchio torchio del Settecento, botti e altri accessori per la lavorazione dell’uva, compresa una caldaia per cuocere il mosto.
In un angolo, in ordine su di una parete di pietra, si trovano utensili vari di falegnameria contadina.
Nell’altro locale il richiamo alle tradizioni rurali volge alla lavorazione della terra, con un selezionatore per grano e sementi e altre macchine per la pulizia delle leguminose.
Salendo verso il secondo piano del Museo dell’arte povera contadina di Caldarola, in corrispondenza dell’ingresso, la stanza prende sfumature “casalinghe”. Qui sono infatti disposti oggetti d’uso antico quotidiano, perchè ogni donna potesse ben gestire la propria dimora. Abbiamo una madia per la pasta e il pane, una vetrinetta con vecchi bicchieri, bottiglie e piatti, una stufa e molti altri oggetti della realtà di ogni giorno. Sono inoltre presenti un vecchio telaio perfettamente funzionante ed una rara bilancia per bachi da seta.
La passione dei due proprietari per questo luogo si evidenzia nella presenza di alcuni manufatti quasi dimenticati e ormai introvabili come di un giradischi con dischi in vinile degli anni Cinquanta e Sessanta.
Osservando nell’insieme questo ambiente del Museo dell’arte povera contadina di Caldarola si riesce quasi a percepire l’odore delle pietanze cucinare e le risate dei bambini in gioco. A ricreare perfettamente questo ambiente domestico sono anche le numerose foto alle pareti che documentano le varie lavorazioni casalinghe e tessili. Libri sulla civiltà contadina, vecchi documenti, tessere, giornali e foto contribuiscono a rendere quasi palpabile l’atmosfera rurale di un tempo.
All’esterno del Museo dell’arte povera contadina di Caldarola, la tettoia dona riparo alla fedele riproduzione di alcuni animali domestici, posti dinanzi l’aia contadina di una volta, con mezzi agricoli. Qui, ci si aspetta quasi che il gallo canti per scandire il principio del giorno e tutt’intorno il museo prenda vita.