Numana è conosciuta come “la Signora del Conero” per le sue bellezze naturali e per la caratteristica delle sue case calcaree di pietra nel Parco del Conero. Sorge alle falde del Monte Conero e si divide in Numana alta, la parte più antica della città, e Numana bassa, la parte nuova, intrecciando antico e moderno nel panorama del Parco Naturale del Conero. La località vanta anche alcune delle spiagge più belle della riviera marchigiana.
Le spiagge e il centro storico di Numana
La prima spiaggia che si incontra venendo da sud è la spiaggia Marcelli. Una spiaggia ampia e ventilata, caratterizzata da sassolini color oro, attrezzata con stabilimenti balneari, ristorantini e aree adibite a parchi giochi per bambini. Segue la spiaggia di Numana Bassa. Le sue acque cristalline e gli stabilimenti a soli pochi passi dal porticciolo rendono questa spiaggia una delle più belle del Conero. Inoltre vicino al porticciolo ci sono parecchi parcheggi liberi, altrimenti si può posteggiare sul lungomare a pagamento. Si passa poi per Numana Alta, considerata una vera piscina naturale. Le acque qui sono sempre calme grazie a una serie di scogli a largo della “spiaggiola”. E, infine, si trova la Spiaggia dei Frati, una delle spiagge del Conero più affascinanti poiché attorno non c’è niente e si sente solo il rumore del mare. Tutte queste spiagge sono dei luoghi ideali per una vacanza con la famiglia poiché è possibile alternare tranquillità e divertimento.
Oltre alle magnifiche spiagge, Numana ha da offrire molto anche se si parla di storia e bellezze architettoniche. All’interno del borgo, infatti, è possibile visitare l’Antiquarium statale di Numana, un museo archeologico contenente i resti e i suppellettili bronzei e fittili della civiltà picena e romana. La passeggiata si addentra fino alla necropoli “I pini di Siroli”, luogo in cui si trova la “tomba della regina” picena.
Altro cimelio importantissimo è il Santuario del Crocifisso, che è stato ricostruito nel 1968 ed è noto perché al suo interno custodisce il miracoloso Crocifisso in legno. Si racconta, infatti, che il Crocifisso venne buttato a terra, ingiuriato e calpestato al petto da dove, per miracolo, uscì del sangue, che venne poi raccolto in bacinelle e portato ai moribondi che miracolosamente guarirono. Dopo il miracolo, l’imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo Magno, decise di donarlo al Papa Leone III, ma, vicino la costa di Numana, a causa di una tempesta, l’imperatore fu costretto ad approdare, lasciando la reliquia all’interno della Chiesa di San Giovanni Battista. L’imperatore, infatti, per motivi politici dovette correre in Lombardia dimenticando lì il Crocifisso. A causa di un terremoto che distrusse parte della Chiesa il Crocifisso finì in mare e, dopo essere stato ritrovato da alcuni pescatori, fu portato a Sirolo. Da quel momento venne erroneamente chiamato “il crocifisso di Sirolo”. Da qui nasce il detto popolare “Chi va a Loreto e non va a Sirolo / vede la Madre e non il Figliuolo”.
Lungo la passeggiata per le vie del paese è, inoltre, possibile visitare il Palazzo dei Vescovi, anticamente residenza estiva dei vescovi di Ancona, oggi sede del comune. E ancora l’Arco di Torre, probabilmente era un campanile di una chiesa ormai inesistente o di una torre di avvistamento, comunque nel passato usato come punto di avvistamento per proteggere la città da eventuali attacchi dei pirati. E infine, l’acquedotto, che, una volta portato in superficie, venne abbellito con una fontana.