Il balcone dei Sibillini

 

Tra i tantissimi borghi storici marchigiani, quello di San Ginesio ha la particolarità di avere degli edifici cittadini ricchi di elementi tipici dell’architettura nordeuropea, davvero rari in Italia, spiegabili con la presenza, in epoca medievale, di maestranze provenienti dalla Germania e dai Paesi Bassi.

Il borgo di San Ginesio, che si trova all’interno del parco omonimo in provincia di Macerata, è collocato in posizione elevata, a circa 700 m s.l.m., con un panorama che spazia dal Conero ai Monti Sibillini, motivo per cui è stato definito “il balcone dei Sibillini”.

Il nome del paesello deriva da San Lucio Ginesio, patrono della cittadina, un martire romano vissuto sotto l’imperatore Diocleziano (284-305) che fu attore, musico e mimo ed è considerato il protettore degli artisti e degli attori. Secondo le cronache, Ginesio derise a lungo i cristiani durante i suoi spettacoli ma, improvvisamente, si convertì alla nuova fede e per questo l’imperatore, pur essendogli molto affezionato, lo punì con la decapitazione.

L’abitato è di epoca romana, con pianta urbanistica a croce ed è circondato da imponenti mura, di grande rilievo e risalenti al XIV secolo, che circondano quasi completamente la cittadina e sono munite di torri e torrioni ancora ben visibili, insieme al camminamento di ronda e alle feritoie per arcieri.

In seguito, il borgo di San Ginesio divenne un libero comune ma, in lotta con i castelli confinanti tra i quali Fermo, perse l’autonomia e venne assoggettato dai duchi Da Varano di Camerino fino al 1434.

Le altre opere architettoniche importanti del centro storico sono l’Ospedale dei Pellegrini, edificio del XIII secolo con portico a basse colonne e loggetta e la Collegiata all’interno della quale vengono custodite le spoglie di San Ginesio. La facciata è suddivisa in due parti: quella inferiore è più antica e comprende un magnifico portale in travertino mentre in quella superiore si trova un’eccezionale decorazione in cotto attribuita a Enrico Alemanno, del 1421, unica opera marchigiana in stile gotico fiorito. All’interno è presente una Madonna con Bambino e Santo Patrono della scuola del Perugino, mentre le cappelle della navata destra custodiscono opere di Federico Zuccari, del Pomarancio, di Simone de Magistris e altri pittori. Tra gli altri edifici religiosi segnaliamo anche la Chiesa di San Francesco dell’XI secolo, la Chiesa di San Gregorio in stile neogotico e l’ex convento degli Agostiniani del XIII secolo.

 

Borgo di San Ginesio: tradizioni e specialità

 

A giugno, con cadenza triennale, si svolge il “Ritorno degli Esuli”, un evento tra i più antichi e prestigiosi delle Marche. Questa rievocazione storica narra dei trecento sanginesini che, tra l’anno 1450 e il 1460, esiliati con l’accusa di sedizione per il restauro della monarchia, trovarono rifugio a Siena e lì arruolati nella guardia civica, si distinsero per diligenza e fedeltà tanto che alcuni ambasciatori senesi furono inviati a San Ginesio per perorare la loro causa. Il borgo di San Ginesio è rinomato anche per alcuni prodotti tipici come il vino “San Ginesio Rosso” e la ricetta dei “vincisgrassi”, simili alle lasagne emiliane, legati al nome del principe austriaco Windischgratz per il quale questo piatto venne preparato per la prima volta.