Uno dei simboli della città

 

Quando la piazza era ancora un luogo di incontro fra le persone, un simbolo di vita sociale, in quel tempo, in provincia di Macerata, la Torre Civica svettava su ogni cittadino. Nota anche come Torre Maggiore o Torre dell’Orologio, a Macerata la Torre Civica troneggia su Piazza della Libertà ed è uno dei suoi simboli. I lavori di costruzione, iniziati intorno al 1492 da Matteo d’Ancona, su disegni di Galasso Alghisi da Carpi, furono portati avanti nel corso del Cinquecento ed ultimati nel 1653.

Costruita in mattoni cementati, con il cornicione e gli ornamenti in pietra d’Istria, la Torre Civica è considerato uno dei migliori edifici che la regione possiede. Alta 64 metri, nel monoptero sono visibili le campane, la maggiore delle quali, danneggiata dal saccheggio francese del 1799, ha un peso di 6000 chilogrammi. Dalla terrazza del coronamento, che sormonta a la Torre Civica, il panorama di cui si gode consente al visitatore di spaziare dai monti Sibillini al mare, sorvolando le numerosissime cittadine tutt’intorno alla provincia, disposte sulle colline intervallate da zone agricole e giardini.

Ciò che rende preziosa a la Torre Civica di Macerata, non è solo la propria struttura, ma anche la presenza di un tesoro dinanzi cui vale la pena soffermarsi. Ogni presente in piazza della Libertà infatti, allo scoccare dell’ora, può sollevare gli occhi ad osservare uno dei più bei prodotti realizzati dalla famiglia Ranieri: l’orologio. Già autori degli orologi di piazza San Marco a Venezia o di Ferrara, i fratelli Ranieri avevano creato questa opera d’arte suddividendola in cinque figure lignee raffiguranti: la Madonna col Bambino, i Re Magi ed un Angelo. L’orologio, che possedeva un quadrante astronomico con sfondo azzurro, aveva inoltre posti in cerchio i segni dello zodiaco, i mesi, i giorni, i gradi del crescere e calare del sole e della luna. Le ore in metallo dorato scandivano il tempo e, allo scoccare di ogni ora, le statue dei Re Magi, precedute dall’Angelo, ruotavano intorno alla Madonna col Bambino. Tale meccanismo, in grado di richiamare visitatori da ogni città, manomesso dai Giacobini nel 1799, subì un restauro nel 1821 e venne del tutto rimosso quando, intorno al 1855 a la Torre Civica accolse una lapide in ricordo a Vittorio Emanuele II.

L’orologio è rimasto così silenzioso per oltre un secolo, sino a quando, proprio quest’anno l’amministrazione comunale ha terminato i lavori volti al suo ripristino. Uno degli uccelli raffigurati ha battuto il suo becco su un campanello, ed il meccanismo è partito nuovamente, scandendo il tempo della città.